Tra le varie attività fisiche a nostra disposizione, la corsa è sicuramente una delle più naturali. Non è necessario che qualcuno ci spieghi come si fa: basta lasciarsi andare e via. Eppure, seguendo un semplice programma mirato, la corsa può diventare il primo passo per cambiare in meglio la nostra vita. Ciascuno di noi ha certamente sperimentato il ruolo benefico che il movimento, qualsiasi movimento, ha sulla nostra mente, sul nostro corpo e sul nostro spirito. Esistono vari tipi di movimento e ciascuno è in grado di provocare delle reazioni precise. In questa occasione parleremo di un tipo particolare di corsa: lenta e protratta per almeno trenta minuti. Prima di cominciare la corsa, il corridore deve prepararsi ad affrontare una fase di allenamento che può dirsi esplorativa: gli si suggerisce infatti di concentrarsi prima di iniziare a correre e quindi restare attento pur rilassato anche durante la corsa. Se già conosce un esercizio di meditazione, lo usi pure; altrimenti, sieda in un luogo tranquillo e distenda bene il corpo, respirando profondamente. Lasci andare ogni pensiero, prestando attenzione solo al respiro lento e regolare. Mantenga Questo stato di calma e distensione anche mentre si prepara, si dirige verso il luogo dell’allenamento e durante la corsa. Per tutta la durata dell’allenamento egli deve osservarsi e percepire profondamente ogni parte del suo essere: come poggia ciascun piede, come muove le braccia, come tiene il capo o la schiena, come respira. Non deve modificare nulla, solo osservare. L’osservazione riguarda anche la mente: quali emozioni prova? Prova vergogna, disagio oppure gioia, senso di libertà. O ancora paura di farcela il corridore inoltre deve registrare nella mente ogni pensiero: durante la corsa nascono delle associazioni di idee, si fanno dei progetti, si ricordano delle situazioni passate. Senza intervenire, il corridore osserva tutto ciò dentro di sé. Terminato l’allenamento, il corridore deve annotare su un diario tutte queste osservazioni e analizzarle. Con il passare del tempo, dal diario emergeranno certamente delle informazioni sconosciute sulla propria personalità, che potranno costituire preziosi strumenti di riflessione per migliorarla. Gli strumenti a nostra disposizione sono moltissimi. Per quanto riguarda la frequenza, gli allenamenti andranno ripetuti, possibilmente, quotidianamente o almeno/tre volte la settimana. A questo proposito vale la pena di fare una piccola precisazione. Tutto ciò che apprendiamo durante il programma di allenamento è prezioso e quindi è un vero peccato non utilizzarlo per tutto il corso della giornata o quando ne sentiamo il bisogno. È molto facile, una volta appresa la tecnica di rilassamento e percezione su di noi stress, ripeterla anche da fermi. Con il tempo saremo capaci di rilassarci anche in condizioni di estrema tensione, mentre siamo seduti sul vagone della metropolitana o facendo la fila in banca: abbiamo insegnato alla nostra mente e al nostro copro ad essere rilassati e quindi a recuperare energia, ma anche a retare vigili, attivi. Quelle stesse occasioni che prima ci sembravano una perdita di tempo, diventeranno una occasione in più per fermare il tempo e rientrare l’attenzione su nostro “sé” profondo. Nella nostra società sono poche le occasioni di sperimentare il potere della corsa. Tra le popolazioni tibetane la corsa era un esercizio spirituale nel quale i discepoli marciavano in uno stato di trance tale da permettere loro di percorrere centinaia di chilometri ad una velocità sostenuta in un solo giorno, senza alcun bisogno di mangiare, bere, dormire, riposare. La corsa è quindi molto di più che un semplice esercizio ginnico: è uno strumento valido per attingere forza, idee, benessere; la corsa è sicuramente una miscela di fisicità, emozionalità, razionalità, spiritualità e chissà quant’altro, che può farci sperimentare delle condizioni nuove e magnifiche. Questa breve ricerca sulla corsa ci induce a fare una piccola riflessione. Conoscere gli effetti positivi di una attività dovrebbe portare la nostra attenzione su un fatto molto importante: ogni azione, ogni pensiero, ogni emozione produce effetti. Se noi non ce ne occupiamo, se non scegliamo di fare ciò che produce gli effetti indesiderati, lasciamo che su di noi si producano effetti “Jolly”, cioè non prevedibili. Se la corsa ha effetti cosi potenti, se comunque ciò che la mente prova, osserva, ascolta, vive durante la corsa viene assorbito a livello profondo della nostra memoria mentale, occorre stare bene attenti a ciò che ci circonda. Anche nella scelta dell’ambiente dove muoverci, osserviamo attentamente.

Diamo fiducia al nostro corpo, che ci consiglierà adeguatamente.

La costanza è naturalmente un elemento importante, ma non va confusa con l’abitudine. La costanza va intesa come esercizio attivo e creativo del proprio tempo, in funzione di un risultato interessante e perciò desiderato e piacevole; l’abitudine è invece essenzialmente passiva e svincolata dalla volontà. Nel programma di corsa di cui si tratta qui, è necessario che il corridore non scivoli nell’abitudine, ma si applichi costantemente. Come risulterà evidente fin dai primi giorni, la corsa è davvero una meditazione in movimento. Spesso, per chi non riesce a meditare da fermo è utile provare con la corsa, perché uno degli aspetti interessanti, è il fatto che il movimento e lo sforzo fisico che esso comporta fanno superare i blocchi mentali. La stretta relazione tra mente e corpo permette di agire sull’una o sull’altra provocando effetti su entrambe. Poiché normalmente abbiamo dimestichezza o più fiducia nell’azione sul corpo, possiamo partire da esso per intervenire sulla mente. Le nostre emozioni, per esempio, sono bloccate in alcune posture del corpo: correndo sciogliamo le tensioni e liberiamo le emozioni. Naturalmente non è tutto facile e automatico: per questo occorre metodo, costanza a molta buona volontà. Ma veniamo agli effetti, che numerosi, si sviluppano scegliendo di fare della corsa un esperienza di crescita personale. L’osservazione attenta e consapevole, che applichiamo in questo tipo di allenamento, si rivelerà ben presto utile per cambiare atteggiamenti, idee o pensieri errati o comunque non vantaggiosi per il nostro benessere. Se ad esempio correndo notiamo che poggiamo male il piede (non solo osservandolo ma anche “sentendolo”, percependolo, dandogli la possibilità di spiegarci, tramite il dolore o il piacere, come lo stiamo usando) ci verrà automatico provare e riprovare la posizione più corretta. Anche in questo caso, come in moltissimi altri nella vita, non esiste il modo giusto di comportarsi, non c’è una regola precisa di farlo. La nostra accresciuta capacità di osservazione dipende dal fatto che durante la corsa ci discipliniamo a non fare altro. Anzi, finalmente non ci occupiamo di qualcosa o di qualcuno, ma possiamo semplicemente “essere”. E perciò facciamo molte scoperte interessanti. Scopriamo, con il tempo, che durante la corsa la nostra mente e il nostro corpo tendono a muoversi all’unisono, perché entrambi sono nella possibilità di esprimersi liberamente. Possiamo fare la prova di ciò aumentando e diminuendo la velocità del passo o allungando la falcata o alzando di più le ginocchia ecc.: ad ogni variazione la mente risponderà in maniera diversa. Naturalmente è importante che questa ricerca ci faccia star bene, altrimenti sarà meglio dedicarci ad un altro  tipo di strumento per raggiungere il fine di migliorare. Questi esercizi o esperimenti servono poi anche a non prenderci troppo sul serio a giocare con i nostri blocchi fisici e mentali e quindi sono forse ancora più utili a chi li teme! La corsa è anche questo: movimento quindi mutamento. Il vantaggio di cui gode la corsa, come pratica di ricerca di sé, è che ci costringe a vivere nel presente. Noi ci muoviamo, necessariamente, un passo alla volta. Sperimentiamo lo stato in cui la mente è vigile e il corpo è in grado di reggere lo scatto, entrambi pronti a reagire in caso di pericolo. C’è insomma uno stato di distacco e insieme di totale immersione rispetto alla realtà circostante. La conseguenza sarà una elegante armonia del movimento, perché correndo accordiamo il nostro essere ai cicli e ai ritmi biologici della più totale realtà. Percepiamo le vibrazioni circostanti. La corsa, come meditazione in movimento, è quanto di più ecologico esista. Come in ogni forma di meditazione, anche con la corsa, scopriamo che correndo ampliamo la nostra coscienza, intesa come quello spazio che cerca di farsi largo tra un pensiero e l’altro, il sé: è il nostro io più profondo e quindi meno costruito e artificioso; è ciò che alcuni chiamano energia ed altri anima. Comunque la si chiami è qualcosa che ci sostiene, che ci fa diventare forti o deboli, a seconda di quanto riusciamo a percepirla. Nella corsa occorre tenere conto anche di una serie di modificazioni chimiche che si producono nel corpo per effetto del movimento, di cui la meditazione ci rende più profondamente consci. Non è possibile prevedere precisamente quali sensazioni vivremo: ciascuno avrà le sue, legate alla propria natura, esperienza, flessibilità. Di certo saranno emozioni profonde. Generalmente si affrontano per prime le proprie paure. La corsa, come meditazione dinamica, ci aiuta a superarle. Il nostro corpo mette automaticamente in atto le risposte chimiche allo stress e quindi ci sentiamo particolarmente felici. Esiste un’intima connessione tra il pensiero e la respirazione e tra questa e il movimento. Dopo aver osservato il proprio respiro, con la meditazione, è facile imparare a controllarlo, a gestirlo al meglio e perciò ad affaticarsi molto poco. Inoltre anche la gestione del pensiero e la concentrazione aiutano a mantenere il livello della respirazione al minimo delle necessità e quindi a sprecare meno energie. Durante il programma di allenamento e a causa di questo, si determinano delle trasformazioni nell’umore: la corsa provoca gioia, entusiasmo, vitalità; poi tendiamo a conservare questi stati d’animo per molto tempo dopo l’allenamento. E poiché la nostra mente tende a ripetere più spesso gli stai emotivi vissuti intensamente, ci sentiamo gioiosi e vitali anche nei giorni seguenti, senza un motivo apparente. Creiamo cosi un piacevole “circuito” mentale, una memoria mentale da richiamare nei momenti di tristezza. Ciò accade non solo per motivi strettamente chimici, ma anche psicologici: la corsa ha un effetto appagante, gratifica e rafforza il carattere, perché siamo consapevoli di fare qualcosa di importante ed utile. Inoltre ha un effetto particolarmente efficace nello sviluppo della volontà, perché la costanza e l’impegno devono essere notevoli prima di avere qualche risultato e poter vincere la pigrizia. Con il procedere degli allenamenti, si avvertono delle modificazioni anche nella propria capacità di fare progetti. Questa è una fase attiva della corsa, tuttavia deve essere spontanea. Vivere il presente ci libera dai pregiudizi passati sul nostro conto e cominciamo a vederci diversamente dal solito: la corsa ha un notevole effetto sulla nostra capacità di visualizzazione. Sembra anzi che la corsa, rispetto allo stato di rilassamento statico, stimoli ulteriormente la creatività. Ma c’è di più. Esiste infatti uno stretto nesso tra azione-movimento-pensiero. Spesso siamo molto portati a pensare, ma l’azione tarda a seguire. La corsa inverte i due termini: l’azione precede il pensiero o meglio lo mette in moto. C’è un altro aspetto vantaggioso della corsa da considerare. Sicuramente è molto divertente correre in compagnia, soprattutto di chi sta seguendo lo stesso programma di allenamento; · 29 · inoltre tutti i corridori avranno sperimentato che la corsa in compagnia permette di reggere più a lungo lo sforzo dell’allenamento, crea dei legami molto forti con i propri compagni e facilmente c’è un travaso di energia e di pensieri che rende il percorso molto stimolante. Oltre a tutto ciò, questo programma di allenamento, determina utili modificazioni a livello fisico: viene raggiunto più velocemente il peso ottimale, migliora la circolazione del sangue e l’ossigenazione di tutto il corpo. Perciò verrà spontaneo liberarsi da vizi come il fumo o l’alcol e cercare sempre più spazi all’aperto e cibi genuini. Fortificherà il fisico affrontando qualunque condizione atmosferica. E poi dobbiamo considerare l’esempio che offriamo ai nostri amici, parenti o figli, che tenderanno ad imitarci o seguirci vedendo gli effetti benefici globali su di noi. Probabilmente saremo dei compagni più piacevoli, più rilassati e la nostra vita relazionale ne godrà abbondantemente.

By Doc the fly